Oggi 4 dicembre è la giornata mondiale della salute mentale.
Quest’anno siamo stati colpiti da grandi cambiamenti, anche a livello psicologico. Ne abbiamo risentito tutti, ma soprattutto chi già soffre di disagio mentale. L’isolamento e l’incertezza generale stanno condizionando quei sottili equilibri che sono fondamentali per ognuno nel ricercare la serenità del vivere quotidiano. Al tempo stesso, questo è stato uno degli aspetti più trascurati nel dibattito pubblico da inizio pandemia fino ad oggi. A nostro avviso, invece, dovrebbe essere un tema centrale a prescindere dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Oggi più che mai, le parole di Franco Basaglia riecheggiano nei nostri pensieri evidenziando l’urgenza di ridare dignità a questo di sofferenze. È arrivato il momento di tracciare una linea e colmare le mancanze del sistema psichiatrico, a partire dal confronto aperto tra gli esperti e la comunità. Infatti, è proprio nei territori che emergono in maniera lampante i disservizi e le lacune, frutto di anni di tagli alla sanità pubblica.
L’assenza di un contesto territoriale adatto nuoce, di conseguenza, anche alle associazioni come la nostra, che da anni si occupano di offrire sostegno e attenzione portando avanti proprio quegli ideali ispiratori della “legge 180 Basaglia”. L’ascolto e il confronto rappresentano il primo passo per invertire la rotta verso altri orizzonti.
“La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragione d’essere. Aprire l’istituzione non è aprire una porta, ma la nostra testa di fronte a “questo” malato.”
– Franco Basaglia