Il progetto regionale Esserci entra a pieno regime a sostegno dell’inclusione sociale nel territorio frentano della Provincia di Chieti. Finanziato per 43mila euro dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro tramite bando emanato dalla Regione Abruzzo per la durata di un anno, Esserci rappresenta la continuità e il rafforzamento delle nostre idee, nonché la conferma che il modello che proponiamo funziona, basato e ispirato dai principi di Franco Basaglia.
Le principali finalità del progetto riguardano il raggiungimento di risultati fondamentali e quantificabili attraverso diverse attività specifiche, come il fare informazione chiara sui temi della salute mentale, l’attivazione di un’Unità Mobile di supporto, il favorire un miglioramento sostanziale nella rete di servizi del territorio e migliorare il vissuto di chi soffre il disagio psichico, nonché delle loro famiglie, attraverso laboratori e iniziative sia mirate, che di più ampio respiro.
Ma cosa ci spinge a proporre un modello innovativo per il nostro territorio?
- L’impatto della pandemia e lo stato della salute mentale in Abruzzo, il quadro della situazione:
In Abruzzo sono 17.640 le persone trattate per problemi di natura psichica, a fronte di 148.935 accessi in Pronto Soccorso. Il numero totale di Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) invece è aumentato fino alla soglia preoccupante di 246 in un anno. Tuttavia il numero di prestazioni erogate dalla totalità delle strutture psichiatriche è di 6 prestazioni per utente, meno della metà rispetto alla media italiana. Ma il dato più allarmante riguardo la nostra regione riguarda la diffusione degli psicofarmaci: in Abruzzo si sono prescritti farmaci antidepressivi per circa 9 milioni di euro e antipsicotici per più di 5 milioni di euro.
Il disagio psichico costituisce ancora oggi purtroppo un’area di intervento particolarmente complessa per la quale più soggetti operano in maniera differenziata e poco coordinata tra area sanitaria e area sociale.
Questi dati relativi alla salute mentale, forniti dal Ministero della Salute, sono antecedenti allo scoppiare della Pandemia da Covid-19 (2018) e non sono per nulla incoraggianti rispetto agli sviluppi e alle conseguenze degli stravolgimenti portati nelle vite di tutti negli ultimi due anni. Già oggi infatti appaiono gravi ed evidenti le conseguenze di carattere psicosociale della Pandemia. Se fin dall’inizio delle misure restrittive era chiaro come queste avrebbero impattato sui soggetti già definiti fragili, negli ultimi dodici mesi si è constatato l’abbassamento della suddetta soglia di fragilità: isolamento, perdita del supporto delle reti sociali, sospensione dei servizi, paura ed incertezza riguardo al futuro hanno determinato un’impennata delle situazioni di sofferenza psichica già a partire dai più giovani.
Abbiamo bisogno di attivare una rete di servizi più solida e capillare, abbiamo bisogno di costruire una comunità più informata e resiliente, pronta ad affrontare le sfide psicosociali e sanitarie che già sono davanti a noi, perché il contesto più generale fatica a restituirci una prospettiva rosea e di miglioramento sostanziale.
- La salute mentale in Italia e nel mondo:
L’OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento, e che la gran parte di questi disturbi non siano né diagnosticati né trattati. L’OMS stima, inoltre, che nei prossimi trent’anni questo numero sia destinato a triplicare. Stime per nulla incoraggianti, che attestano come le patologie di natura psichica si stanno affermando al primo posto a livello mondiale.
In Italia, secondo il Rapporto sulla Salute Mentale, gli utenti psichiatrici che arrivano a rivolgersi ai servizi specialistici, nel corso del 2018 sfiorano il milione di assistiti. Nel 2018 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 323.707 unità. Purtroppo però, in tendenza con la linea globale, ci si aspetta un numero reale di casi ben più elevato, che non emerge a causa della scarsità di servizi e per colpa di uno stigma sociale ancora troppo radicato nella cultura generale degli italiani.
Come si evidenzia nel rapporto dell’Istat “Disabilità in Italia, il quadro della statistica ufficiale”, la famiglia è il “soggetto” che generalmente prende in carico la persona fragile e che rappresenta per la stessa la risorsa fondamentale per affrontare le limitazioni derivanti dalla disabilità. Gli adulti rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie con sostegni istituzionali limitati, focalizzati quasi esclusivamente sul supporto economico. Nonostante ciò, quasi l’80% delle famiglie con persone colpite dal disagio psichico non risulta assistita dai servizi pubblici ed oltre il 70% non si avvale di alcuna assistenza, né pubblica né a pagamento, soprattutto nel Sud.
Occorrono necessariamente quindi nuove forme di cura e sostegno, organizzate su modelli di sistema integrato e coordinato che si basi su interventi clinici, di comunità, servizi sociali e di prevenzione che promuovano iniziative concrete a favore della qualità della vita, che sostengano la partecipazione, la socializzazione e l’autonomia rispondendo ai bisogni dei cittadini.
- Esserci, un modello vincente per la tutela della salute mentale:
Visti i dati presi in esame fino a questo punto, il nostro progetto acquisisce un valore fondamentale all’interno delle buone pratiche: attività replicabili nel tempo che portano risultati ottimali e da diffondere in modo capillare alla cittadinanza.
Infatti, le attività di promozione, informazione e sensibilizzazione si declinano in incontri psicologici di gruppo per i cittadini del territorio e per studenti e docenti delle scuole superiori della città e in incontri psicoeducativi per i familiari di Altri Orizzonti. Favorendo la conoscenza, il confronto e lo scambio di esperienze, un’accurata informazione costituisce il primo passo verso l’eliminazione dello stigma e dei pregiudizi nei confronti della patologia mentale. Un confronto collettivo che però mantiene l’attenzione focalizzata sul singolo e sulla propria unicità. L’attività rivolta ai familiari ha l’obiettivo di favorire la comprensione e la gestione delle dinamiche relazionali ed emotive che si sviluppano all’interno del nucleo familiare di appartenenza. Per affrontare una quotidianità complessa, occorre avere uno spazio in cui poter sperimentare l’accoglienza e il contenimento forniti da un sistema adeguato.
Le attività aggregativo-riabilitative e i laboratori inclusivi sono mirati ai soggetti cosiddetti fragili e prevedono uscite ricreative, laboratori di storia sul territorio, di teatro, cucina, musica, attività motoria, artigianale, di parola e confronto. Queste sono finalizzate principalmente all’inclusione, alla scoperta del territorio e alla socializzazione, nonché alla presa di coscienza delle proprie capacità per l’emancipazione dell’individuo.
In merito all’assistenza domiciliare si istituisce un’Unità Mobile composta dai nostri psicoterapeuti che si occupa di prevenzione e monitoraggio di situazioni a rischio. Essa si propone di supportare i servizi pubblici esistenti e di intercettare eventuali condizioni di disagio predisponenti l’isolamento sociale e la solitudine, nonché di intervenire precocemente una volta segnalata una situazione di criticità. Inoltre il servizio si configura come intervento a sostegno delle persone che più di altre hanno subito gli effetti psicologici della pandemia da COVID-19, a contenimento delle problematiche pregresse o emergenti, quali depressione, ansia, aumento delle dipendenze patologiche e non solo.
Prende avvio lo sportello di ascolto di tipo psico-sociale in presenza presso la nostra sede di via Follani, 273 a Lanciano, ma anche quello digitale per ovviare alle difficoltà di spostamento e di interazione che la situazione sanitaria impone. Il supporto telefonico o tramite colloquio telematico offre una risposta tempestiva alle eventuali esigenze, come il senso di abbandono e solitudine che spesso affligge chi soffre di disturbi psicologici e i loro familiari.
Infine è prevista anche una formazione costante, tenuta in maniera circolare e che favorisce anche lo scambio, sui temi della salute mentale e sul rapporto e le relazioni con i soggetti più fragili rivolta ai nostri volontari e a tutti coloro che sentano il bisogno di accrescere le proprie conoscenze ed esperienze.
Se è vero quindi che non c’è salute senza salute mentale, è proprio da quest’ultima che bisogna ripartire. Gli ultimi anni hanno messo a dura prova il sistema sanitario mondiale e hanno dimostrato senza alcun dubbio che tutti hanno delle fragilità, ma che nella nostra società vengono considerate debolezze. Il progetto Esserci dimostra come, attraverso la conoscenza, il confronto e la condivisione, sia possibile non solo riconoscere le nostre fragilità, ma anche a prenderle per mano e averne cura, promuovendo una salute che sia tanto del corpo quanto della mente, riscoprendo l’importanza e il rispetto delle emozioni, sia nostre che degli altri.